forse è arrivato il momento di parlarne…

 
…e allora parliamone…di questa settimana che si è da poco conclusa e che è stata caratterizzata da una delle manifestazioni più importanti dell’Estate della Locride, il Roccella Jazz Festival, quest’anno giunto al suo 26°  compleanno (caspita è più giovane di me, accidenti!!!) e che per l’occasione è diventato "Roccella e Locride Jazz Festival", considerate le diverse serate collegate al festival che si sono svolte in diversi comuni della costa e dell’entroterra jonico, come Locri, Siderno, Martone, Gerace.
Che dire, per tanti motivi, artistici culturali..e personali..…è stata una delle edizioni più belle tra quelle che ho seguito fino ad adesso (dal 1998 sono un’assidua frequentatrice), anche perchè quest’anno ho avuto anche la possibilità di seguire gli incontri con Stefano Benni, durante i quali si è parlato di scrittura ed immaginazione.
 
Ho seguito una serie di spettacoli pomeridiani davvero interessanti; musica, danza, recitazione, canto…fusi tutti insieme grazie alla maestria di artisti del calibro di Javier Girotto e gli aires Tango, Paola turci e Giorgio Rossi, e l’immancabile Benni con un testo di Andre "Paz" Pazienza.
E le serate?…Beh, più jazz degli scorsi anni, meno contaminazioni, ma per questo più efficaci…Molto interessanti gli spettacoli che si sono svolte negli altri comuni sostenitori della Manifestazione, come quelli di Siderno Superiore, dove una produzione originale per Roccella ha riunito l’" intellighenzia" artistica della Locride, diretta in modo "ineccepibile" dal M° Antonio Sgambelluri, e Gabriele Mirabassi ha dimostrato che, a volte, un clarinetto, può diventare un potente strumento per scatenare l’immaginazione e dare "suono" ai sogni…con il tocco finale dello storico jazzista Archie Shepp e "nientepocodimenoche" Sergio Cammariere che, con la sua musica e la sua voce, ha chiuso la manifestazione con una nota di raffinata eleganza, grazie anche alla sua "famiglia musicale", fra cui spicca (anche per motivi non propriamente "artistici", ma più concretamente estetici) il trombettista Fabrizio Bosso.
 
Che dire di più?…Ah si, che ci auguriamo con tutto il cuore che i diversi "appelli" ai vari Enti perchè il Festival non muoia e abbia, invece, un adeguato sostegno finanziario, non cadano nel vuoto…mi piacerebbe molto che il Festival Jazz invecchiasse più di me!
 

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"Padrona di niente, schiava di nessuno"
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